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  • Laila Pansera

FAGIOLINI, TACCOLE O PIATTONI?


La tarda primavera e l’inizio dell’estate sono il periodo ideale per consumare i fagiolini, ma anche le taccole e i piattoni, ortaggi molto preziosi in questo momento dell’anno e da sempre parte della nostra cultura culinaria, tant’è che prendono moltissimi nomi dialettali, ad esempio nella mia zona, ossia Bergamo, vengono chiamati cornetti. Preparati a scoprire tante curiosità su questi ortaggi. Però prima facciamo un po’ di chiarezza.


Sono tutti la stessa cosa?

Si tratta in tutti e 3 i casi di baccelli di legumi, che quindi appartengono alla famiglia delle Leguminose, che però vengono consumati interi, prima che il seme all’interno maturi. Tuttavia si tratta di 3 alimenti diversi, anche se spesso vengono confusi.

Fagiolini e piattoni si raccolgono da piante di fagiolo (Phaseolus vulgaris), mentre le taccole vengono raccolte da piante di una varietà specifica di pisello (Pisum sativum var. macrocarpon).

Questi 3 ortaggi presentano anche delle differenze dal punto di vista visivo. Se è facile distinguere i fagiolini, più popolari e facilmente reperibili, dalla forma tondeggiante e allungata, si fa più confusione a distinguere taccole e piattoni: i piattoni sono più piatti, di colore verde pallido o gialli, con una lunghezza che può arrivare anche a 20 cm. Le taccole invece hanno un color verde più intenso, sono meno larghe e hanno una lunghezza minore.

Esistono tantissime varietà di questi ortaggi, soprattutto di fagiolini, i più caratteristici sono quelli bianchi, dal sapore più delicato, e quelli viola, che con la cottura perdono questa tonalità e diventano verde scuro intenso.


Qual è il periodo giusto per consumarli

Questi ortaggi ci accompagnano dalla primavera fino a tutta l’estate, a seconda del tipo e della varietà: le prime ad essere raccolte sono le taccole, poi le varietà nane di fagiolini, poi piattoni e tutte le altre varietà di fagiolini, specie quelle rampicanti.

Insomma, ne abbiamo per tutta l’estate e per tutti i gusti.


Cosa sono dal punto di vista nutrizionale?

Sebbene botanicamente appartengano alla famiglia dei legumi, consumiamo fagiolii, piattoni e taccole come delle verdure. Infatti consumiamo l’intero baccello, non solo i semi, come invece avviene per fagioli, piselli, fave e altri legumi. Consumiamo quindi un alimento più ricco di fibra e acqua, e meno di proteine e carboidrati, ecco spiegato il loro ruolo nutrizionale.

Dal punto di vista nutrizionale si tratta di alimenti molto ricchi di acqua e fibra, ottimi per favorire la regolarità intestinale, e con un buon contenuto di vitamine e minerali. Insomma, delle verdure a tutti gli effetti.

Questi ortaggi sono accumunati anche da caratteristiche simili in termini di vitamine e minerali; troviamo ottimi livelli di vitamine A, C, K e del gruppo B, specialmente acido folico e vitamina B12; possiedono buoni livelli di carotenoidi (luteina e zeaxantina), importanti per la salute dell’occhio, potassio, calcio e silicio.


Come utilizzarli in cucina?

Fagiolini, piattoni e taccole devono essere consumati previa cottura.

Sono un ottimo contorno e sono perfetti per accompagnare secondi piatti di carne, di pesce o di legumi.

I fagiolini sono molto versatili. Cuocerli al vapore, lasciarli raffreddare e poi condirli è la soluzione più semplice. Possono diventare un ottimo ingrediente di un’insalata estiva di patate, fagiolini e tonno in scatola, oppure possono essere conditi con una salsa di senape e aceto di mele, accanto a un filetto di pesce o a della carne alla griglia.

Taccole piattoni sono buonissimi arrostiti, lasciati cuocere da crudi in padella, con un filo di acqua e del sale, coperti con un coperchio, finché diventano morbidi. Oppure sono una delizia cotti in un sugo fatto con pomodori freschi o pelati, basilico e cipolla. La scarpetta in questo caso è d’obbligo. Aggiungerci dei legumi pronti, poi, completa il piatto. Altra ricetta da provare: mezze penne con piattoni al sugo e mozzarella.

Non vi resta che provarli!


Curiosità

Sapevi che quando li pulisci, non è necessario eliminare l’estremità appuntita, basta togliere quella che la univa alla pianta, il picciolo per intenderci. L’altra estremità, una volta cotta, diventa tenera quanto il baccello.


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