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  • Laila Pansera

POKE: IL CIBO HAWAIANO CHE STA CONQUISTANDO TUTTI

Aggiornamento: 7 gen 2023

C’è chi ha mangiato almeno una volta nella vita una poke bowl e chi mente. Piatto diffusissimo e vero e proprio food trend del momento, questo piatto viene proposto in moltissimi locali e in infinte varianti: da quelle più classiche a base di riso, pesce marinato, frutta esotica e verdure crude, condito con salse a base di soia, alle proposte veg, alle varianti per chi non sa proprio rinunciare alla carne.

La sua ampia diffusione è legata a moltissimi aspetti vantaggiosi: è un’alternativa pratica, versatile e viene considerato un vero e proprio healthy food.


Conosciamo un po' di più questo piatto molto in voga, che non è altro che la versione esotica e un po' più sana del nostro amato riso freddo, la schiscetta per eccellenza dell'universitario in sessione, dei picnic al parco con gli amici e del pranzo al sacco nei weekend al mare.


LE ORIGINI

Il poke originale è molto diverso da quello che conosciamo e ordiniamo nelle pokerie: ha origini antichissime, ha più di 1600 anni, ed è il frutto dell’incontro tra la cultura polinesiana e quella hawaiana: era infatti lo spuntino dei pescatori hawaiani, che consumavano il pesce avanzato, principalmente pesce bianco, tagliato in piccoli pezzetti e lasciato marinare insieme ad alghe limu e noci di Kukui. Il termine poke, infatti, in hawaiano significa proprio tagliare in pezzi.

Questo piatto povero hawaiano si è prima fuso con le tradizioni culinarie orientali, in particolare giapponesi e coreane, e poi è approdato negli Stati Uniti negli anni ‘70, per arrivare anche in Europa nell’ultimo decennio. Tutte queste tappe hanno fatto sì che risentisse di contaminazioni venisse arricchito di nuovi ingredienti per diventare la poke bowl per come la intendiamo noi. Grazie all’influenza asiatica il pesce bianco è stato sostituito con salmone o polpo e sono stati aggiunti il riso e la salsa di soia. Poi, nel corso della sua diffusione globale, è diventato quanto di più esotico posa esistere: dall'edamame ai semi di sesamo, dalla frutta esotica ai gamberetti, fino alle alternative vegane; tutto questo lo ha allontanato dalla ricetta originale, ma lo ha reso un vero e proprio food trend, richiestissimo e diffusissimo.


CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI

Dal punto di vista nutrizionale si tratta di un pasto completo e bilanciato, se lo si assembla in modo corretto: ci consente un apporto equilibrato di carboidrati, proteine, grassi buoni, soprattutto omega3 e omega6, fibra, vitamine e minerali, praticamente un piatto unico molto healty.


HEALTHY BOWL: COME OTTENERLA

Per ottenere una poke bowl sana, è importante saper combinare e bilanciare gli ingredienti che vengono proposti:

  • Partiamo da una base di riso, di solito riso per sushi o basmati, ma sono diffusissimi anche il riso integrale o venere, il riso rosso e addirittura couscous e quinoa; e perché no, possiamo anche scegliere un mix di cereali;

  • Aggiungiamo una fonte proteica, preferiamo pesce crudo o marinato, oppure l’edamame, che è una fonte proteica anche se viene proposto come verdura; nelle varianti veg abbiamo tofu, straccetti di soia, mentre per chi non ama pesce e legumi ci sono anche alternative con pollo alla piastra o con formaggio spalmabile;

  • Aggiungiamo verdura a volontà, e molto spesso viene proposta anche della frutta esotica; troviamo un giusto equilibrio e bilanciamento di gusti, preferiamo verdura fresca rispetto a alternative fritte o crunchy che vengono proposte per rendere il piatto più accattivante;

  • Aggiungiamo una fonte di grassi buoni: dall’avocado (ebbene sì, è una fonte di grassi e non un frutto in termini nutrizionali!), ai semi di sesamo, di zucca, alla frutta secca;

  • Condiamo il piatto con una salsa, senza esagerare: le salse proposte sono per la maggior parte a base di soia, quindi non eccediamo per evitare un apporto troppo elevato di sale; cerchiamo di evitare condimenti come maionesi o salse molto articolate.


QUANTO È SOSTENIBILE?

Il fatto che questo piatto sia originario di una zona dall’altra parte del planisfero rispetto alla nostra e il risultato di una serie di contaminazioni avvenute in giro per il mondo, ci fa facilmente intuire che non si tratta di un piatto a km0, o comunque in un certo qual modo sostenibile.

Quando lo consumiamo pensiamoci, e, per quanto sia possibile, scegliamo chi ci offre alternative che ci sembrano più attente a questi aspetti.


Tutto questo diventa più difficile da gestire se acquistiamo la nostra bowl, mentre se decidiamo di prepararla a livello domestico, possiamo avere qualche accortezza in più: scegliamo pesce certificato MSC (oppure ASC), ingredienti locali e di stagione.



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